Come si valuta la pseudodemenza depressiva?

Di frequente la richiesta di valutazione neuropsicologica di un sospetto decadimento cognitivo avviene per effettuare una diagnosi differenziale e per rispondere alla seguente domanda: la persona è depressa o presenta i primi sintomi di una demenza?

In questo articolo vi presento uno strumento clinico utile alla diagnosi differenziale tra demenza e depressione. Continua a leggere per sapere di cosa si tratta.

Innanzitutto occorre definire cosa si intende per "pseudodemenza depressiva" (vedi Demenza, depressione e pseudodemenza). Con questo termine di indica una “falsa demenza” di natura psichiatrica. In altri termini, la presenza del deficit cognitivo è reversibile e risulta secondario al quadro depressivo. Essa si caratterizza per i seguenti aspetti:

  • Deflessione del tono dell’umore,
  • Insorgenza improvvisa e progressione rapida dei sintomi,
  • Disturbi della memoria e dell’attenzione,
  • Consapevolezza dei deficit cognitivi,
  • Enfasi della disabilità,
  • Comportamento incongruo alla gravità del deficit,
  • Risposte “globali” (per esempio “non so”),
  • Non variazioni notturne,
  • Frequenti sintomi vegetativi (sonno, alimentazione),
  • Precedenti psichiatrici,
  • Rischio suicidario.

Per rispondere alla domanda iniziale una scala utile è la Yousef Pseudodementia Scale (YPPS) (Yousef et al., 1998). Forse uno dei pochi strumenti, facilmente adattibile al colloquio clinico preliminare. La YPPS è stata sviluppata sulla ricerca clinica e si divide nelle seguenti 4 aree:

  1. Storia (anamnesi positiva per disturbi psichiatrici…);
  2. Dati clinici (presenti alcuni item del Mini Mental State Examination: somministrazione e correzione, come orientamento temporale, ripetizione e richiamo delle tre parole);
  3. Insight;
  4. Performance cognitive.

Per approfondire la scala e le sezione di cui è composta leggi Una scala per la valutazione della pseudodemenza depressiva: la Yousef Pseudodementia Scale (YPPS).