Poco più di un secolo fa quando il neurologo tedesco Alois Alzheimer descrisse la malattia che ha preso il suo nome non aveva certo pensato di iniziare una storia che, molto tempo dopo, avrebbe dominato lo scenario clinico a divenire l’ "epidemia silente”del Terzo millennio.
Ad oggi si spera che la demenza di Alzheimer e le altre forme dementingene possano essere sconfitte attraverso le terapie farmacologiche e non o ancor di più dalla prevenzione, dato che all’ allungamento della vita media si associa la diffusione di malattie che provocano la devastazione di quegli anni di vita in più faticosamente guadagnati.
Per questo motivo PREVENIRE diventa una parola d'ordine. Essa se messa in atto consente di ridurre il numero di nuovi casi e/o di ritardarne la comparsa. Poiché la demenza colpisce un elevato numero di persone, definire i singoli fattori di rischio rappresenta una prevenzione efficace sul piano globale. Si tratta di agire su aspetti che possono essere controllati in tutto o in parte, mentre l’età e la genetica non sono per definizione modificabili. Invece vi sono alcune condizioni, in particolare quelle legate allo stile di vita, sulle quali è possibile intervenire, ottenendo significativi risultati sul piano clinico. Poiché sono abitudini che esercitano il loro effetto negativo lentamente nel tempo.
Qui di seguito leggerete le 10 REGOLE D'ORO PER IL CERVELLO (Fonte: Alzheimer’s Association, USA). Prendiamo nota!